
Carissimi lettori e lettrici, sono felice di poter battezzare il mio nuovo angolino con la recensione di un conosciutissimo classico della letteratura francese.
Ebbene sì, non ho mai pensato di avere la necessità di leggere questo libro di minuscole dimensioni ma, qui adesso vi dico che mi sono dovuta ricredere. Ad un quarto della mia vita, a ben venticinque anni, ho deciso di prendere in mano questo titolo; ora divenuto uno dei miei preziosi tesori.

Ci viene narrata la storia di un incontro in un deserto tra un pilota ed un giovane principe caduto da un asteroide, il B612. L'uomo si incapacita di come non sia possibile per un bambino di quell'età avventurarsi in solitaria in un posto a mille miglia da una qualsiasi dimora umana senza un minimo segno di affaticamento. Tanta è l'incredulità. Al che ad una richiesta del fanciullo di fargli un disegno, l'adulto rimane come incantato ed esegue l'ordine, nonostante non sia portato per l'arte. Tra tentavi vari riesce finalmente a soddisfare il piccolo principe. Continua quindi l'interazione tra i due.

La conclusione del libro non poteva essere più che adeguata. Dopotutto, il significato di esplorazione, quella compiuta dal giovane, non è solamente a senso unico.
E' una lettura che ricorda di come crescendo, è facile dimenticarsi di essere stati bambini e perdere un po' di quella spensieratezza e spontaneità di afferrare una seconda realtà. Probabilmente, Antoine e Pascoli erano sintonizzati sulla stessa frequenza d'onda perché, entrambi hanno saputo cogliere l'importanza del bambino presente, lasciato assopito, in noi.
Valutazione

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